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Il Messaggero

IL PASSATO E' IL MIO BASTONE

07/09/2008

Vent’anni dall’inizio del loro percorso artistico Flavia Mastrella e Antonio Rezza intervistano un gruppo di critici cinematografici che hanno analizzato il loro lavoro nel tempo, inserendoli tra un fuori scena e l’altro di vecchi esilaranti cortometraggi del duo. Il passato è il mio bastone, ultimo film italiano a passare alle Giornate degli Autori che nasce come espansione di un extra da dvd, vede una serie di signori e una signora (Cristina Piccino de “Il Manifesto”: delicatamente accorata) esporre con serietà, intenzione e anche affetto le caretteristiche principali del duo: comicità tragica (o anche “riso maggiore”, come spiega bene Steve Della Casa citando Bataille), lavoro sulla lingua, corpo deformato, inquadrature sghembe, contestazione del presente, radici surrealiste. I critici fanno il loro anche se al terzo intervento dicono un po’ tutti le stesse cose.
Il migliore è un Morando Morandini che sobriamente, e dolcemente, ammette di amare MastrellaRezza anche quando non li capisce; il peggiore è un Roberto Silvestri che fa lo showman patafisico con esiti piuttosto patetici. C’è anche il fantasma(tico) Enrico Ghezzi, un Ferzetti freddoloso e frettoloso e uno Spagnoletti amareggiato (da cosa?) nel salotto di casa. Ma i critici sono quello che sono e quindi innocenti. Chi lo è meno è il duo MastrellaRezza che non si capisce perché ha fatto questo doc così semplicemente autocelebrativo. Né crudeli con gli esegeti (non li mettono mai in difficoltà vera perché vogliono il loro 8 in pagella) né tantomento con loro stessi (i simpatici fuori scena dei corti del passato non fanno mai vedere un momento di tensione o sporcizia artistica), i due filmaker producono un’opera sicura di sè, convenzionale e noiosetta. Da due geni dell’antagonismo come loro è un risultato sconcertante.

di Francesco Alo'